di Rebecca Princiotta Cariddi
Esiste un vero e proprio legame tra due mondi così diversi come quello della Geopolitica e quello della musica? A seguito dell’analisi della musica come strumento di soft power e del caso empirico dell’Eurovision Song Contest, è possibile affermare che queste due realtà, che potrebbero sembrare alquanto remote a primo impatto, sono in effetti legate da un nesso intrinseco tra di loro. Questo articolo
analizza, da diverse prospettive, il rapporto che unisce la Geopolitica e la musica.
Il soft power come strumento geopolitico
Il concetto di potere è da sempre considerato molto complesso, date le sue molteplici sfaccettature.
Esso può distinguersi in hard e soft power, i quali corrispondono rispettivamente al potere basato sulla metafora del “bastone e la carota”, quindi su forza e diplomazia coercitive, sanzioni economiche e anche ricompense o offerte di alleanza, eccetera; mentre il soft power è quella dimensione di potere basata sulla metafora della calamita, ossia la capacità di persuadere le nazioni in maniera più soft, e quindi attraverso la sfera culturale, la quale racchiude anche la musica, le tradizioni e altro, poi anche mediante i valori politici, la politica estera eccetera. Esistono diverse
prospettive e pensieri rispetto al concetto di soft power che hanno rilevato altre risorse e sfaccettature di questa dimensione di potere, oppure lacune nel modello base originale di Joseph Samuel Nye Jr. Infine, esiste anche lo smart power, nonché l’evoluzione e l’unione di hard e soft
power, una combinazione equilibrata e ideale per le nazioni nello scenario geopolitico internazionale.

La Geopolitica della musica
L’analisi della musica come strumento diplomatico di soft power, ossia quando essa diventa simbolo di un linguaggio transnazionale universale e, soprattutto, quando viene percepita come tale
dalla popolazione globale, rappresenta un primo approccio rispetto allo studio del nesso che lega la sfera della Geopolitica a quella della musica. Alcuni esempi lampanti sono la cosiddetta Korean
Wave e l’influenza globale del K-pop con gli interventi e i progetti del gruppo sudcoreano BTS nell’ambito delle Nazioni Unite, oppure la musica di protesta sociopolitica e quanto essa possa
trasmettere molto più delle semplici parole, trasformandosi in una risorsa e una dimensione unica in grado di coinvolgere le comunità a prescindere dalle differenze, trasmettendo messaggi rilevanti in
qualsiasi contesto, tra cui quello sociopolitico. È rilevante, da questo punto di vista, il contributo della musica sociopolitica anglo-americana, grazie ai brani di artisti rinomati in questo settore come i Beatles o Bob Dylan. Altrettanto interessante è stato osservare come la musica venga utilizzata spesso anche dai governi a scopo sociopolitico e propagandistico, come avvenne in Spagna con Francisco Franco.
Il caso empirico dell’Eurovision Song Contest
Il punto chiave dell’analisi è quello dello studio del caso empirico dell’Eurovision Song Contest,ossia uno scenario di fama internazionale propriamente geopolitico-culturale. Dal processo di nation branding sviluppato e utilizzato dalle nazioni partecipanti come strategia diplomatica, alla formazione dei cosiddetti “blocchi di voto” con le annesse rivalità, alleanze, manovre e dinamiche geopolitiche, fino alla questione del voto come scelta politica o come scelta artistico-culturale, soprattutto prendendo in esame la vittoria dell’Ucraina nel 2022 e le misure adottate dall’Unione Europea di radiodiffusione dopo l’invasione russa nel febbraio 2022, il festival musicale paneuropeo si dimostra un caso studio più che valido e rilevante a dimostrazione del vero e proprio legame che rende affini la dimensione geopolitica e quella musicale.

Conclusioni
Attraverso quest’analisi risulta evidente che la mente umana non smetterà mai di avvalersi della musica come strumento diplomatico e come veicolo per trasmettere messaggi sociali, politici e geopolitici. Questo indica che la musica sarà quasi sicuramente una delle forme d’arte per
eccellenza che guideranno l’evoluzione sociopolitica del mondo. Il caso studio dell’Eurovision Song Contest, la questione del voto come scelta politica o artistico-culturale, la vittoria dell’Ucraina, la squalifica della Russia, l’assegnazione del massimo dei punti da parte dell’Ucraina
nei confronti di Regno Unito e Polonia (due paesi che hanno da subito supportato lo Stato ucraino dal punto di vista militare e sociale) e altri aspetti analizzati, hanno reso possibile individuare e studiare l’allineamento che si viene a creare tra il sentimento dell’opinione pubblica e gli interessi o gli obiettivi di politica estera delle nazioni partecipanti, incentivando così, da una prospettiva empirica, l’ulteriore dimostrazione del fatto che la musica può essere considerata uno strumento diplomatico di soft power a tutti gli effetti.