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Il conflitto in Ucraina: dalle cause dell’attacco ai futuri scenari

di Giulia Molinari

Lo scoppio della guerra in Ucraina, avvenuto il 24 febbraio 2022, ha colto di sorpresa gran parte dei paesi e dell’opinione pubblica occidentali, che ormai avevano scordato la precedente crisi del 2014, apparentemente risolta con gli Accordi di Minsk.
Nella prima parte di questo articolo verranno presentate tre possibili cause che comprendono le sfere storica, psicologico-sociale e geografica che potrebbero celarsi dietro l’attacco russo. Successivamente verrà svolta un’analisi sul futuro sviluppo del conflitto sotto il profilo delle relazioni che intercorrono tra le maggiori potenze coinvolte, quali Russia, Stati Uniti e Cina.


Russia e Ucraina, una storia comune


Lo stato ucraino ha ottenuto ufficialmente l’indipendenza nel 1991, prima di allora ha fatto parte dell’impero zarista russo, la cui origine risale alla “Rus’ di Kiev”, situato proprio nel territorio ucraino, e successivamente dell’Unione Sovietica.
Per questo ancora oggi i due paesi condividono gran parte della loro eredità storica, culturale, religiosa e politica. Tuttavia, anche in seguito all’indipendenza, il Cremlino ha continuato ad esercitare una forte influenza su Kiev, dal punto di vista economico e politico. Secondo la visione di Kiev, è l’Ucraina che ha mantenuto l’eredità geografica, politica e culturale della Rus’ di Kiev. Mosca, al contrario, crede di essere l’erede politica, religiosa e culturale dell’antico regno (Marshall 2022) . Di conseguenza, come spiegato anche dallo stesso Putin nel proprio discorso precedente all’attacco, la Russia non potrà mai accettare un’Ucraina filo-europea e membro della NATO, in quanto la sua immagine di superpotenza verrebbe inevitabilmente danneggiata e incoraggerebbe altre repubbliche ex-
sovietiche a cercare nuovi partner al di fuori di Mosca.
La guerra in corso, quindi può essere vista anche come una dimostrazione di forza di Mosca principalmente nei confronti di Kiev, ma anche delle potenze occidentali e della Nato coinvolte.


La psicologia collettiva della società russa


La psicologia collettiva del popolo russo è influenzata dalla sua storia politica, dalla propaganda del proprio governo e dalle correnti di pensiero che suggestionano sia i cittadini che i membri delle istituzioni. La Russia è sempre stata governata da regimi autoritari, prima gli zar, poi la dittatura sovietica e ora il regime di Putin. Inoltre, l’identità stessa del popolo russo si fonda sulla potenza del proprio stato, intesa sia come potenza militare (hard power), che, come abilità di influenzare a livello economico e strategico l’agenda globale, (soft power). In seguito allo shock determinato dal crollo dell’URSS, e la simbolica vittoria della guerra fredda da parte degli USA, la Federazione Russa aveva bisogno di un nuovo leader dal “pugno di ferro” per restaurare la sua immagine di grande potenza, ovvero Vladimir Putin. La sua strategia di governo sia in politica interna, sia in politica estera, può essere riassunta nel termine ACM, Authoritarian Conflict Management, la quale prevede un assoluto dominio del governo sul territorio, sull’economia e sulle pratiche
mediatiche
volte a silenziare le voci contro il regime e promuovere la propaganda del governo.

Nel corso del conflitto in Ucraina…

La propaganda del Cremlino ha avuto come duplice obiettivo quello di legittimare l’attacco all’Ucraina agli occhi dei cittadini russi e scoraggiare l’insurrezione di crisi o colpi di stato in altre ex-repubbliche sovietiche, dimostrando che chi vuole minacciare la Russia subirà lo stesso destino dell’Ucraina (Peters 2024) . In questo modo Putin ha stabilito un’immagine di sé stesso come un “presidente in guerra”, un ruolo che certamente in alcuni momenti del suo governo gli è valso l’approvazione e il sostegno della gran parte dei cittadini russi, come durante l’annessione della Crimea nel 2014 e i primi mesi della guerra in Ucraina nel 2022, ma che dall’altro lato implica che il suo potere sia indissolubilmente legato alla guerra e alla vittoria e quindi sia costretto a portare avanti conflitti per mantenere il suo potere intatto.

Il senso di accerchiamento della Russia


L’aspetto geografico determina la strategia geopolitica e militare di uno Stato. La politica estera di Mosca si concentra da sempre sull’idea di essere accerchiata da nemici che minacciano la sua sovranità (Editoriale 2016) . Il territorio dello Stato russo è il più esteso al mondo e ciò comporta
notevoli difficoltà riguardo la sua gestione, perciò, la strategia del Cremlino per prevede un dominio assoluto dello stato sui cittadini che lo abitano e sulle attività che lì vengono svolte. È possibile quindi affermare che la politica estera russa sia incentrata sul mantenimento della propria sicurezza a qualunque costo, come affermato anche dalla teoria esposta da Kenneth Waltz, secondo cui la sicurezza all’interno di un sistema anarchico è il principale obiettivo di uno stato, il quale per conseguirla è disposto a muovere guerra al fine di modificare gli equilibri internazionali a proprio favore (Waltz 1979) . Il Cremlino, di fatto, è consapevole che il punto più vulnerabile del suo immenso territorio è la pianura ad ovest di Mosca, la quale si estende senza interruzioni geografiche fino al cuore dell’Europa. Il governo dell’Unione Sovietica a tal proposito aveva ideato
un sistema di Stati cuscinetto concentrati nell’Europa dell’est, primo fra tutti l’Ucraina. Kiev ha rappresentato per decenni una barriera protettiva per la Russia, per cui l’avvicinamento alla UE e alla Nato ha scatenato le preoccupazioni del Cremlino.

La centralità dell’Ucraina

La centralità strategica dell’Ucraina non è solamente una convinzione di Mosca. La teoria di H. J. Mackinder, che fa perno sull’importanza dell’Heartland per una potenza che vuole dominare il mondo, identifica quest’area strategica proprio nell’est Europa (Mackinder 1904) . Conseguentemente, l’importanza e l’influenza di queste due teorie, unite all’ossessione dell’accerchiamento della Russia contribuiscono, in parte, a spiegare perché Mosca non riesce ad accettare una Kiev indipendente o, persino, ostile al Cremlino, tanto da
decidere di muovere guerra contro il suo storico alleato.


Nuovi rapporti strategici tra Cina, Stati Uniti e Russia


Ora che tutte le forze militari e politiche russe sono concentrate sul conflitto ucraino, altre zone di influenza di Mosca, come l’Asia centrale con le ex-repubbliche sovietiche, si rivolgono ad altre potenze per soddisfare i loro interessi. In questa situazione la Cina la fa da padrone, sia per aver
avviato importanti progetti economici e infrastrutturali lungo la via della Seta, sia per essere al contempo diventata il principale partner economico e militare della Russia (Fabbri 2023) .

Inoltre…


L’avvicinamento di Pechino a Mosca ha suscitato reazioni diverse nel mondo occidentale. In primo luogo, è stato presentato come l’inizio di un nuovo asse strategico e una minaccia sia per la guerra in corso sia per i rapporti futuri con Pechino (Filippo Fasulo 2022) . Recentemente, tuttavia, è
apparso chiaro come Pechino stia sfruttando questa temporanea vulnerabilità economica e militare di Mosca a proprio vantaggio. Da un lato è diventato il nuovo maggior fruitore di gas e petrolio russi, dall’altro grazie alla propria potenza economica e strategica, sta occupando i vuoti di
influenza lasciati dalla Russia in Asia impegnata in un lungo conflitto d’attrito. Inoltre, i rapporti tra Washington e Pechino non si sono mai interrotti del tutto, Nonostante la crisi dei dazi, e le posizioni strategiche opposte nel conflitto ucraino, le due potenze stanno continuando a collaborare sul piano economico e anche su quello strategico, specialmente in seguito ai rapporti che Mosca sta stringendo sia con Nuova Delhi che Pyongyang, che rappresenterebbero una minaccia per la Cina in territorio asiatico, sia per le sue ambizioni sul pacifico, sia per il progetto della via della Seta. Di fatto, con il summit svoltosi lo scorso gennaio tra i leader Xi Jinping e Biden, un nuovo passo avanti è stato compiuto, e un ulteriore spazio di dialogo è stato aperto in seguito all’incontro tra i due rispettivi ministri degli esteri (Carrai 2024) . Tuttavia, i rapporti tra i due paesi in relazione al
conflitto e alla Russia stessa potrebbero cambiare in seguito a una possibile vittoria di Donald Trump alle prossime elezioni americane di novembre. Questo cambio di leadership comporterebbe una diminuzione degli aiuti all’Ucraina e una concentrazione maggiore di Washington su Pechino, sia in termine di affari, sia in termini militari.

Bibliografia

  • Carrai, Maria. «Stati Unitie e Cina: la ripresa del dialogo dopo San Francisco.» Ispi, 2024.
  • Editoriale . «Due più due fa cinque?» Limes rivista italiana di geopolitica, 2016: 7-28.
  • Fabbri, Dario. «Geopolitica & finanza.» Conferenza Allianz Global Investors. Milano, 2023.
  • Filippo Fasulo, Roberto Italia. «Mosca chiama, Pechino (per ora) risponde.» ISPI G20-
  • Nuovo ordine mondiale, 2022.
  • Mackinder, Halford John. «The Geographical Pivot of History.» The Geographical Journal,
  • 1904.
  • Marshall, Tim. Russia e Ucraina, la mappa che spiega la guerra. Garzanti, 2022.
  • Peters, P. «When the media goes to war: how Russian news media defend the country’s
  • image during the conflict with Ukraine.» Media, War & Conflict, 2024: 1-19.
  • Waltz, Kenneth. «Theory of International Politics.» 199-232. McGraw-Hill, 1979.