
Avete mai sentito parlare della storia di Monica Marchioni, suo figlio Alessandro e il marito Loreno Grimandi? Di cosa, davvero, successe quella notte del 15 aprile 2021 a Casalecchio di Reno? Che cosa, effettivamente, avesse spinto il figlio a compiere un tale gesto? Se non ne sapete nulla, allora mettetevi comodi perché faremo un viaggio nell’assurdo per approfondire il ruolo che ha avuto la società attuale.
Alessandro Leon, da angelo a diavolo
15 aprile 2021, ore 20. Alessandro Leon, allora ventunenne, tenta di uccidere avvelenandole due persone: la madre, Monica Marchioni, e il compagno di lei, Loreno Grimandi. Ma facciamo un passo indietro: Alessandro è sempre stato un ragazzo meraviglioso, il figlio che tutti i genitori vorrebbero avere. Altruista, generoso, disponibile, amorevole, affettuoso, dolce, insomma, un animo buono. Si preoccupava di aiutare i vicini o di prendersi cura del nonno. Sicuramente, i genitori non potevano recriminargli nulla. Poi, senza apparente motivo, il drastico cambiamento: il ragazzo cominciò a sviluppare una cattiveria e un’aggressività mai viste prima. Diventò completamente apatico e inerte a tutto ciò che lo circondava. I suoi occhi, carichi di odio e rancore, risultavano alla sua stessa mamma ormai irriconoscibili. Monica afferma, infatti, che “si era trasformato da dottor Jekyll a mister Hyde”. Tanti, prima di quella notte, erano stati i segnali che lasciavano intendere che qualcosa in lui non andasse. Tante, forse troppe, erano le cose che stavano cambiando in quel periodo, ma nessuno mai si sarebbe aspettato una fine simile. I ricordi sono piuttosto nitidi nella mente di Monica: il suo Alessandro, l’animo buono e gentile che conosceva, stava provando ad ucciderla, ad uccidere entrambi, e ciò che non avrebbe ucciso con il nitrato di sodio, lo avrebbe fatto con le sue stesse mani. (Se voleste approfondire la storia: https://www.fanpage.it/attualita/monica-marchioni-avvelenata-dal-figlio-con-le-penne-al-salmone-non-aveva-empatia-voleva-leredita/)

Riflettiamo insieme…

Ora, vi chiederete perché ho deciso di portare proprio questo contenuto, che all’apparenza può sembrare simile a tanti altri visti e rivisti. Credo che questa storia abbia qualcosa in più, qualcosa su cui riflettere, qualcosa su cui ognuno di noi dovrebbe interrogarsi. Come è possibile che un ragazzo d’oro, amato e benvoluto da tutti, in così poche settimane cambi completamente? Ecco, sono certa che ci sarebbe un mondo da aprire. Dall’influenza dei film e delle serie tv, fino ai social network e alla società odierna. D’altronde lo dice anche la signora Marchioni: Alessandro non era depresso, non aveva problemi psichici, non era in stato alterato, insomma nessuno di questi problemi. Voleva semplicemente l’eredità dei genitori, l’unica cosa a cui era interessato.
Non so dirvi cosa abbia davvero portato Alessandro a compiere un gesto simile, come probabilmente non lo saprà mai nessuno, ma proviamo a fare un ragionamento insieme: quante volte con film, serie tv, meme sui social e vignette sono proprio questi i “valori” che vengono trasmessi? La violenza, la cattiveria, il male, il menefreghismo e l’egoismo. E quindi, non è forse “normale” aspettarsi che i giovani di oggi, così esposti ed abituati a questo tipo di comunicazione, crescano con queste idee? Oramai, non c’è più da stupirsi se un ragazzo aggredisce un genitore, un professore o un coetaneo. E nemmeno se manifesta comportamenti aggressivi e violenti anche solo verbalmente. Questo perché è proprio la nostra società ad insegnare tutto questo. Una società dove il bene, il rispetto per il prossimo e la gentilezza sono ormai passati di moda, perché fare il duro fa più “figo”.

Tips per un mondo così crudele

Il mondo è incredibilmente sempre più crudele, sempre più meschino, sempre più cattivo: il mondo, in ogni sua sfaccettatura, in ogni suo angolo più remoto, ti insegna che per vivere su questa terra bisogna tirare fuori le unghie e i denti, che bisogna “attaccare per non correre il rischio di essere attaccati”. Perché proprio come nelle teorie di Darwin, solo il più forte resiste. E così, è sempre più comune vedere giovani adolescenti che crescono caratterizzati da cattiveria e male, che, seppur rimanendo latenti, crescono in loro giorno dopo giorno mangiandoli da dentro. La domanda quindi è: si può fare qualcosa a riguardo? Che cosa? Le parole chiave sono tre: osservare, analizzare e intervenire. È necessario osservare, ogni giorno, le persone che ci circondano, notando in loro possibili cambiamenti evidenti; è necessario quindi analizzare questi cambiamenti, grandi o piccoli, visibili o nascosti, e interrogarsi sulle possibili motivazioni alla base di questi; infine è necessario intervenire, perché intervenire significa proteggere chi ci sta intorno, tutelare, indirizzare sulla strada giusta senza permettere all’odierno mondo crudele di avere la meglio.
Questo lavoro va fatto non solo nelle abitazioni e in famiglia, ma anche a scuola, nello sport e nei principali momenti di condivisione. Il carcere, purtroppo, non è certo la soluzione al problema: si tratta, infatti, di un problema che nasce alla radice di questa società alle volte “malata” e “tossica”. Forse, però, cominciando a prendere consapevolezza di ciò che il mondo sta diventando e sta consequenzialmente causando ai suoi cittadini, saremo in grado di prendere provvedimenti concreti per rendere il mondo, forse non un posto migliore, ma sicuramente più “civilizzato” e “abitabile”, dove la violenza e il dolore non saranno più la soluzione a qualsiasi problema.
