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Elisa True Crime: l’avvento e l’evoluzione del celebre canale di storytelling

di Luna Baldeschi, Gaia Gazzarrini, Anna Teresa Natale e Sharon Sibilia

A partire dal lockdown, avvenuto nell’anno 2020, sempre più persone si sono interessate ed avvicinate al mondo del true crime. Oggi il true crime è un fenomeno diffuso in qualsiasi stato; molti appassionati si sono proposti al pubblico come “storyteller”, riportando casi di cronaca nera famosi, e al tempo stesso casi non molto conosciuti, permettendo a tutti di venirne a conoscenza.

Il fenomeno: Elisa True Crime

Tra questi storyteller colei che ha avuto più spicco è Elisa True Crime, pseudonimo di Elisa De Marco.
Prima della pandemia, Elisa aveva un canale youtube condiviso con il suo fidanzato, nel quale raccontavano periodicamente i loro viaggi.
Poi, nel corso del lockdown, Elisa si è avvicinata al mondo del true crime, creando il proprio canale youtube intitolato proprio “Elisa True Crime”.
La youtuber, nata a Torino il 28 giugno del 1989, oggi conta un canale di oltre 953.000 iscritti. Il suo successo è tale grazie alla maestria che ella ha nel raccontare nel dettaglio
casi di cronaca nera spesso violenti, dai tratti morbosi, ma con grazia, eleganza e grande garbo.

Gli inizi

Il primo video presente sul canale racconta della truculenta vicenda della 20enne Colleen Stan che venne rapita dai coniugi Cameron & Janice Hooker per essere poi rinchiusa in una scatola, torturata e trattata come schiava per ben 7 anni.
A seguito di questa clip per Elisa tutto è cambiato: in poco meno di tre anni sono arrivate enormi soddisfazioni, tra cui la possibilità di pubblicare due libri e video in collaborazione con parenti o amici stretti delle vittime.
In un’intervista al magazine Io Donna, Elisa ha dichiarato di aver iniziato a parlare del mondo del true crime a sua madre, la quale è stata la prima che ha incoraggiato il suo
interesse insieme al nonno.

I libri

Grazie al suo successo ha avuto la possibilità di sbarcare nell’editoria, pubblicando ben due libri. Il primo è intitolato Brividi. Storie che non vi faranno dormire la notte, pubblicato il 1 novembre 2022. In questo volume sono raccolte vicende di cronaca nera che la youtuber non ha mai trattato sul canale, e sono dunque inedite al pubblico, tutte tranne la storia di Elisa Claps e del suo carnefice Danilo Restivo. Il caso interessa tanto i personaggi quanto la città dove si è svolto l’omicidio, poiché il cadavere della vittima è rimasto per ben diciott’anni nell’intercapedine della Chiesa della Santissima Trinità a Potenza, senza che la verità venisse a galla.

Il secondo libro, intitolato Manipolatori. Le catene invisibili della dipendenza psicologica, è stato pubblicato il 21 novembre 2023, a distanza di poco più di un anno dal primo.
In “Manipolatori” Elisa torna a parlarci di storie che l’hanno “particolarmente scioccata”, frase iconica presente nell’ introduzione dei suoi video.
In questo secondo libro, Elisa analizza le trappole psicologiche nelle quali, molto spesso è facile cadere, e indaga i limiti che un carnefice oltrepassa quando incontra la sua vittima.

 I podcast

Tra le diverse attività che coinvolgono la giovane Elisa vi è anche la produzione di podcast per Spotify nella sezione “One Podcast Original” in collaborazione con Radio Deejay.
Il primo podcast da lei creato intitolato come il suo account youtube è stato il podcast italiano più ascoltato nel 2023.
Il podcast è suddiviso in tanti episodi e stagioni. Per presentare alcuni esempi scopriamo le prime quattro:

  • Al centro della prima stagione vi sono le donne:donne killer, donne vittime e donne in cerca della verità;
  • La seconda è incentrata su personaggi pubblici e famosi che sono passati dall’essere acclamati ad essere indagati;
  • I protagonisti della terza stagione sono i serial killer americani più famosi;
  • Nella quarta stagione sono presentati i delitti legati a relazione tossiche;

Una delle ultime stagioni uscite è intitolata Delitti invisibili.I crimini della porta accanto: tratta di grandi delitti mediatici italiani, ripercorrendo enigmi, omicidi e sparizioni di un’Italia avvolta nel silenzio.

La collaborazione con Netflix

Elisa True Crime ha preso parte alla realizzazione del format Le verità nascoste. Questo programma racconta le verità che si celano dietro ad alcuni titoli di true crime presenti sulla piattaforma di intrattenimento online Netflix, che prendono spunto da fatti reali.
Grazie ad Elisa True Crime questo genere letterario e filmico sta riscuotendo sempre più seguito in più formati in Italia, cercando di svelare verità rimaste celate e sensibilizzando il pubblico su fatti così violenti crudeli.

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Il giornalismo ai tempi dei social: il caso di Cecilia Sala

di Benedetta Suraci

Negli ultimi anni, i social media hanno rivoluzionato il mondo del giornalismo. Twitter/X, Instagram, Facebook e TikTok non sono più solo piattaforme per intrattenimento o opinioni, ma veri e propri strumenti di informazione. Nasce così il “giornalismo social”, un fenomeno che ha trasformato profondamente il modo in cui le notizie vengono prodotte, diffuse e consumate. Ma cosa significa fare giornalismo attraverso i social? E quali sono le sfide e i rischi di questa nuova frontiera? Per capirlo meglio, possiamo guardare al caso di Cecilia Sala, una delle giornaliste italiane più attive e seguite nel panorama digitale.

Dal telegiornale a Twitter: cos’è il giornalismo social

Il giornalismo social si basa sull’uso delle piattaforme digitali per raccontare la realtà in tempo reale, dialogando direttamente con il pubblico. A differenza del giornalismo tradizionale, dove la notizia passa attraverso filtri redazionali, qui è spesso il giornalista stesso a pubblicare contenuti, aggiornamenti e analisi in autonomia. Questo modello ha reso l’informazione più veloce, partecipata e accessibile. Chiunque può segnalare eventi, commentare le notizie o confrontarsi con giornalisti professionisti. Ma questa democratizzazione ha anche i suoi lati oscuri: disinformazione, superficialità, eccessiva velocità a scapito dell’accuratezza.

I rischi di un giornalismo “sotto pressione”

Uno dei principali pericoli del giornalismo social è la disinformazione: la velocità con cui una notizia si diffonde spesso impedisce verifiche approfondite. Il rischio è che false notizie diventino virali prima ancora di essere smentite. Inoltre, la pressione a pubblicare subito può compromettere la qualità del contenuto e la comprensione di temi complessi, ridotti a semplici slogan o post sensazionalistici.
Ci sono poi le questioni etiche: il rapporto diretto con il pubblico può portare a scelte condizionate dalle reazioni degli utenti, mettendo a rischio l’imparzialità del giornalista.

Cecilia Sala: quando il giornalismo è anche storytelling

Cecilia Sala rappresenta un esempio efficace di come si possa fare giornalismo serio e approfondito anche attraverso i social. Classe 1995, ha saputo unire inchiesta, cronaca dal campo e racconto diretto sui suoi canali social, in particolare Twitter/X. I suoi post non sono solo aggiornamenti, ma vere e proprie mini-analisi corredate da fonti affidabili, immagini e video dal vivo.
Durante la guerra in Ucraina e più recentemente in Medio Oriente, Sala ha documentato i fatti in prima persona, aggiornando i follower con stile diretto e trasparente, rendendo chi legge partecipe del suo lavoro. Le immagini, i grafici e i video che pubblica aiutano a comprendere meglio eventi complessi, rendendo la cronaca più coinvolgente e accessibile.

Un nuovo modo di informare e dialogare

Ciò che rende unico il lavoro di Cecilia Sala è la sua capacità di interazione. Risponde ai commenti, ascolta suggerimenti, chiarisce dubbi. Questo dialogo continuo con il pubblico è una delle novità più importanti del giornalismo social, che diventa così un lavoro sempre più partecipato e collettivo.

Una nuova era per l’informazione

Il caso di Cecilia Sala dimostra che il giornalismo sui social non è necessariamente sinonimo di superficialità o perdita di qualità. Se usati con criterio e rigore, questi strumenti possono potenziare l’informazione, renderla più accessibile, tempestiva e vicina alle persone. Tuttavia, resta fondamentale non perdere di vista i valori cardine della professione: verifica dei fatti, etica, imparzialità. In un’epoca in cui tutti possono essere “reporter”, il vero giornalismo resta quello capace di distinguere la verità dal rumore.