La classifica di RSF e la situazione dell’Italia

Spesso si dice che lo stato di salute della democrazia di un paese si vede dalla sua libertà di stampa. Vi siete mai chiesti come stia la democrazia del nostro paese?
Se siete in cerca di risposte, questo è l’articolo che fa per voi.
Oggi nel blog di Unicollege faremo il punto della situazione sulla libertà di stampa in Italia ed analizzeremo il World Press Freedom Index 2024 di Reporter Senza Frontiere, lo studio che ogni anno ci aggiorna sulla libertà di stampa nel mondo.
Reporter senza frontiere (RSF) è una organizzazione non governativa (ONG) e no-profit che difende la libertà di stampa e la sicurezza dei giornalisti in tutto il mondo, la sua sede è a Parigi e collabora strettamente con l’ONU da ormai molti anni. Il lavoro di questa organizzazione è fondamentale, perchè punta i riflettori sui problemi che affliggono la stampa a livello globale tra cui: censura, intimidazioni, minacce, violenza fisica e psicologica, sequestri e omicidi ai danni dei giornalisti di tutto il mondo.
Da anni la ONG pubblica l’Indice della libertà di stampa, una classifica di nazioni in base alle condizioni della loro stampa. Il rapporto viene aggiornato ogni anno e viene stilato tramite un questionario che viene inviato a tutte le organizzazioni che collaborano con RSF, ubicate in tutto il mondo e redatto da giornalisti, addetti ai lavori, giuristi ed attivisti. Le questioni su cui vertono le domande del questionario sono: l’indipendenza dei media dagli organi di governo, la censura, l’autocensura, le minacce ricevute dai giornalisti, le pressioni ricevute da gruppi malavitosi ed organizzazioni mafiose, omicidi nei confronti di giornalisti, querele, detenzioni ingiuste e diffamazioni.

La classifica del 2024
La classifica dell’anno corrente vede nelle prime 3 posizioni Norvegia, Danimarca e Svezia, poi Paesi Bassi, Finlandia, Estonia, Portogallo, Irlanda, Svizzera e Germania a completare la top 10 ed invece Afghanistan, Siria ed Eritrea a chiudere la classifica, con l’Eritrea fanalino di coda con la 180esima posizione.
L’Italia si trova in 46esima posizione, ma analizzeremo il caso del nostro paese in seguito. Adesso concentriamoci sull’analizzare la situazione regione per regione.
La regione in cui la situazione della libertà di stampa è peggiore è quella del Maghreb e del Medio Oriente, in cui ciò che avviene in Palestina da 10 mesi aggrava una situazione già tragica negli anni passati. Solamente in Palestina, infatti, negli ultimi mesi sono più di 100 i giornalisti uccisi, di cui più di 20 morti mentre svolgevano il loro lavoro. Nello specifico in Medio Oriente i paesi in cui la libertà di stampa versa in condizioni “molto gravi” sono Yemen, Arabia Saudita, Iran, Palestina, Iraq, Bahrein, Siria ed Egitto.
A seguire troviamo la regione dell’Asia-Pacifico dove la stampa è imbavagliata dai governi autoritari e dove possiamo trovare cinque dei dieci paesi più pericolosi di tutto il mondo Myanmar, Cina, Corea del Nord, Vietnam e Afghanistan.
Anche l’Africa sub-sahariana ha vissuto un annus orribilis dopo le violenze che hanno contraddistinto le elezioni del 2023 e qui i paesi con il peggior punteggio sono Niger, Burkina Faso e Mali.
Spostandoci ad Occidente nelle Americhe la situazione continua a non essere delle migliori, con il Messico che è ancora uno dei paesi più pericolosi per i giornalisti a causa dell’attività incessante dei cartelli del narcotraffico. Anche gli Stati Uniti, però, indietreggiano di 10 posizioni e occupano ora la 55esima posizione.
I paesi in cui la stampa gode di maggiore salute sono quelli Europei, grazie alle leggi sulla libertà di stampa promosse dall’Unione Europea, tuttavia non mancano i casi problematici come quelli di Ungheria, Malta e Grecia in cui le pressioni governative limitano le libertà e il lavoro dei giornalisti. Se ci spostiamo ad Est, poi, la situazione peggiora ulteriormente con Russia, Turkmenistan e Bielorussia che assumono atteggiamenti sempre più preoccupanti nei confronti della stampa.

La situazione della libertà di stampa in Italia
Analizzando nello specifico la situazione del nostro paese, salta subito all’occhio un peggioramento nella posizione in classifica, che passa dal 41esimo posto del 2023 al 46esimo.
Ma come mai l’Italia si trova così in basso?
Leggendo il rapporto che Reporter Senza Frontiere ha dedicato al nostro paese si possono trovare le motivazioni che hanno portato a questo risultato preoccupante. Per la ONG, infatti, la stampa non gode di ottima salute e anzi presenta vari questioni problematiche che limitano l’azione dei giornalisti.
In primis uno dei problemi che ha portato al peggioramento della classifica è la promulgazione della cosiddetta “legge bavaglio”, che introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” dell’ordinanza con cui i giudici formalizzano una misura cautelare. Questo emendamento, promosso dal deputato di Azione Enrico Costa, è stato molto contestato dal mondo della stampa italiana che lo vede come un vero e proprio bavaglio nei confronti degli organi di informazione
Un altro grande problema è quello della forte e crescente presenza di procedure SLAPP verso i giornalisti. Le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation ) sono azioni legali intraprese nei confronti dei giornalisti con la volontà di intimidirli e limitare il loro lavoro. Questo genere di procedura è sempre più utilizzato dagli organi di potere per spaventare la stampa e farla desistere dall’intraprendere inchieste. Spesso, infatti, è sufficiente una minaccia per ottenere ciò che si desidera, poiché iniziare una causa legale per diffamazione sarebbe troppo lungo e costoso per il giornalista stesso. Ciò può, talvolta, portare anche all’autocensura, pratica sempre più diffusa che porta i giornalisti a tacere di importanti questioni per paura di ripercussioni personali.
Continuando il rapporto di RSF dedicato all’Italia troviamo un chiaro riferimento alla vicenda Angelucci-AGI. Il deputato della Lega Nord Antonio Angelucci, infatti, sta cercando ormai da tempo di acquistare la seconda agenzia di stampa del paese, la AGI. Questa acquisizione non è vista di buon occhio dall’opposizione e dalla Commissione Europea, in quanto potrebbe ledere al pluralismo dell’informazione e alla trasparenza della stampa.
Proseguendo notiamo anche un paragrafo dedicato alla censura, attuata dagli organi di stampa statali (RAI) nei confronti di alcuni personaggi ritenuti “scomodi” dal potere. Qui, è chiaro il riferimento al caso Antonio Scurati, lo scrittore il cui monologo sull’antifascismo è stato cancellato dalla trasmissione “Che Sarà” di Serena Bordone lo scorso 25 aprile. Inoltre, la pressione posta dal governo di Giorgia Meloni nei confronti degli organi di informazione a partire proprio dalla Rai rappresenta un pericolo per l’accuratezza e la trasparenza dell’informazione offerta ai cittadini.
Infine, una delle questioni più gravi che colpiscono la stampa italiana è la massiccia presenza sul suolo nazionale di organizzazioni criminali di stampo mafioso, che minacciano i giornalisti che intraprendono inchieste in questo campo. Secondo le cifre dell’associazione Ossigeno per l’informazione, solo nel primo trimestre del 2024 le minacce nei confronti dei giornalisti sono state 133 su 43 episodi, nel 2023 sono stati 500 su 185 episodi e dal 2012 al 2024 sono state ben 3365, di cui il 15% aggressioni e il 38% abuso di denunce e azioni legali.
Qui, in conclusione, lascio il link al sito di Reporter Senza Frontiere dove potete consultare l’Indice della libertà di stampa 2024 ed approfondire i singoli report dedicati ai 180 paesi in classifica.